LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Romana Ricciardi
La magnolia

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]

Abitava, un tempo... No, abita ancora.

Io, abitavo un tempo un luogo. Di fronte, una giovane coppia di sposi.

Nel mezzo, un albero di magnolia. Altissimo, folto, maestoso.

In primavera grandi fiori bianchi, dolciastri e penetranti. A sera, le nere danze dei merli in amore. L'aria delicata. Le finestre aperte al cielo.

Poi un urlo.

Lungo, rauco. Agghiacciante.

Prorompe da quelle finestre, riempie il balcone, tracima, precipita a terra, si solleva sbalzato in aria, su per il tronco, assale i rami, irrigidisce le foglie, inorridisce i fiori, insegue i merli che tentano in volo la fuga e inarrestabile, raggiunge la casa, e il balcone e le finestre e le stanze e le mie orecchie e ME.

Lo conosco, dio mio, l'ho già sentito. L'ho sentito insorgere tanti anni fa dal profondo delle mie viscere, uscire dal petto, erompere dalla gola, farsi strada fra i denti e le labbra, e slanciarsi, liberarsi, fuggire, restando tuttavia incatenato al ventre che lo ha partorito. Mostruoso neonato latrante, imbrigliato al cordone ombelicale, incastrato tra la morte e la vita.

Abitava, un tempo, una giovane coppia di sposi. Ora, abita una vedova. Io sono altrove.

La magnolia, sta.

 Giacomo Colosio - 23/10/2014 16:30:00 [ leggi altri commenti di Giacomo Colosio » ]

Spiegami bene...lo vuoi in pubblico o in privato?...io ho delle opinioni, ma non sono personalissime, riguardano il modo di scrivere prosa e poesia, a grandi canoni. Fammi sapere...io preparo il commento. Hola

 Romana Ricciardi - 22/10/2014 21:20:00 [ leggi altri commenti di Romana Ricciardi » ]

Mi farebbe piacere conoscere la tua opinione a proposito delle mie "licenze" poetiche, nel modo che preferisci. Quanto alle bouganville, ne ho due in giardino ad incorniciare il cancello d’ingresso. Sono ancora giovani, ma promettono bene...un saluto

 Giacomo Colosio - 22/10/2014 15:16:00 [ leggi altri commenti di Giacomo Colosio » ]

Un modo di narrare molrto diverso dal mio e proprio per questo mi piace; infatti amo le diversità, amo le cose che non so fare, amo le ricchezze che non possiedo( non terrene, quelle no)e quindi amo anche questo tuo modo poetico di scrivere utilizzando licenze poetiche in abbondanza, cosa che per uno scrittore di prosa è davvero pericolosa( oddio, si rischia di non essere capiti, non è la fine del mondo).
Dovesse interessarti sono disponibile a segnalarti quali sono le parti che io considero " licenze " letterarie, in pubblico o anche in privato, come vuoi.
La magnolia, ma anche la bouganville, il caprifoglio, il calicantus, tutte le varie famiglie di Clematis, sono state amori per me, alcuni passati, altri ancora in essere. Abito a Brescia ed ho una bouganville alta nove metri, tocca i tetti di casa mia che è a tre piani. Fra dieci giorni inizio la potatura di contenimento e per una settimana lavoro con una impalcatura costruita da me ( la casa diventa brutta brutta) sulla quale monto una speciale copertura in legno e policarbonato trasparente, completa di fineste e tettuccio apribile se fa caldo. Qui da noi nessuno ha una bouganvile così, il freddo le fa morire tutte...mi piacerebbe metterla sul sito...magari al posto della mia immagine...holahoa.

 Glauco Ballantini - 22/10/2014 07:45:00 [ leggi altri commenti di Glauco Ballantini » ]

La natura, leopardianamente, è incurante di noi. E noi spesso di lei...

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
 
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.